Influenza aviaria: salgono i casi in Veneto. Nuove zone di restrizione

Il Centro di referenza per l’influenza aviaria ha confermato due nuove positività per influenza avaria sottotipo H5 in altri due allevamenti del Veronese. UN allevamento di 40.000 tacchini da carne maschi con mortalità anomala nel Comune di San Bonifacio (Verona), a ridosso delle precedenti zone di sorveglianza, un allevamento di tacchini nel Comune di Nogara (Verona). Nelle nuove zone di restrizione ricade anche la Ulss 8 Berica (oltre alla Ulss 9 Scaligera interessata anche dai provvedimenti dei precedenti focolai) e una piccola porzione del Mantovano.

Queste due ulteriori conferme portano a 6 il numero dei focolai per influenza aviaria nell’attuale epidemia influenzale in corso nella Regione Veneto.

Considerata la situazione epidemiologica nazionale ed internazionale il Ministero invita gli operatori coinvolti a porre particolare attenzione a casi di mortalità anomala sia nel settore dei domestici che in quello dei selvatici oltreché a cali di produzione e sintomi clinici riconducibili alla presenza del virus influenzale nonché a rispettare tutte le misure di biosicurezza per evitare il diffondersi dell’infezione e a segnalare prontamente tali evenienze all’autorità competente locale sia direttamente sia tramite i veterinari aziendali o di filiera.

Con ordinanza del 27 ottobre il presidente della Regione, Luca Zaia, aveva disposto l’ampliamento delle misure restrittive previste dopo il primo focolaio, tra cui l’attivazione di una zona di protezione con un raggio di tre chilometri dalla sede del focolaio e l’attivazione di una zona di sorveglianza con un raggio di 10 chilometri di sorveglianza.

Nello specifico, nella zona di protezione è previsto che pollame e volatili siano tenuti all’interno o, se non è possibile, in un luogo in cui non possono venire in contatto con volatili di altre aziende. Le carcasse degli animali morti vanno distrutte immediatamente e veicoli vanno sottoposti a disinfezione. Non sono ammessi ingresso e uscita di volatili in cattività e mammiferi domestici, tranne quelli che hanno accesso esclusivamente agli spazi riservati all’abitazione umana. Eventuali aumenti della morbilità o della mortalità o cali significativi dei livelli di produzione nelle aziende sono immediatamente segnalati al veterinario ufficiale e il detentore degli animali deve tenere un registro di tutti i visitatori dell’azienda.

Sono vietati spargimento della pollina e l’introduzione e l’immissione di selvaggina delle specie sensibili. Ma non è nemmeno possibile movimentare volatili, uova o carcasse tra le aziende, così come il trasporto di carni di pollame dai macelli, dagli impianti di sezionamento e dai depositi frigoriferi, con una serie di eccezioni. Sono infine vietate le fiere e le esposizioni di pollame e altri volatili. Misure sostanzialmente analoghe sono previste per la zona di sorveglianza.

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