Emissioni allevamenti: va bloccata la proposta di una nuova direttiva UE
“La Commissione europea continua a manifestare un orientamento punitivo nei confronti degli allevamenti, mentre i capi di Stato e di governo hanno chiesto di aumentare la sicurezza alimentare”. È la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulla proposta presentata dalla Commissione UE riguardante la revisione della direttiva sulle emissioni industriali ai fini della riduzione dell’inquinamento. La normativa in vigore, varata nel 2010, ha riguardato finora le imprese industriali e gli allevamenti avicoli e suinicoli di maggiore dimensione: con più di 2.000 suini o più di 40.000 polli. La proposta di nuova direttiva include anche tutti gli allevamenti di bovini suini e pollame con più di 150 unità di bestiame.
Se le nuove regole saranno approvate, gli Stati membri saranno tenuti a utilizzare valori limite di emissione più severi quando rivedono i permessi o stabiliscono nuove condizioni di autorizzazione. Per il settore dell’allevamento, i requisiti Bat terranno in considerazione la natura, le dimensioni, la densità e la complessità delle aziende, comprese le specificità dei sistemi di allevamento (per esempio, i bovini al pascolo, in cui gli animali sono allevati solo stagionalmente in installazioni al chiuso), e la gamma di impatti ambientali che possono avere).
“La Commissione ha proposto di inasprire gli obblighi già esistenti, con un pesante aumento dei costi amministrativi e burocratici rileva Confagricoltura. Attualmente solo il 5% degli allevamenti avicoli e suinicoli delle strutture attive negli Stati membri rientra nella sfera di applicazione della direttiva in questione. Sulla base delle proposte della Commissione si salirebbe al 50 per cento.
Così rischiamo un taglio di produzione a livello europeo e l’apertura della strada a maggiori importazioni da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose.