Imballaggi: il Consiglio UE torna alle proposte della Commissione e al divieto degli imballaggi monouso fino a 1,5 Kg

Dopo il Parlamento europeo, il Consiglio ha votato lo scorso 18 dicembre, con modifiche, la proposta di regolamento voluta dalla Commissione europea. Rispetto ai passi in avanti registrati nel corso della votazione plenaria del Parlamento, il Consiglio si è allineato alla posizione iniziale della Commissione, confermando molte delle criticità che da sempre abbiamo evidenziato: obbligo di compostabilità per etichette adesive per frutta e verdura, divieto imballaggi monouso per imballaggi frutta e verdura fino a 1,5 kg, nonché rigidi target di riuso e percentuali di materiali riciclato richiesti, che tornano ai livelli inizialmente previsti e poi ammorbiditi dal Parlamento. Il testo approvato dal Consiglio ha vistose carenze: da un lato mette da parte il principio della neutralità tecnologica e, dall’altro, ignora il fatto che per i prodotti agricoli gli imballaggi rappresentano un sistema di protezione e conservazione a vantaggio dei consumatori. Senza dimenticare, inoltre, che c’è il rischio di sacrificare gli investimenti e i posti di lavoro della filiera del riciclo che ha raggiunto, in anticipo, gli obiettivi fissati dall’Unione europea. Non è stato preso in considerazione nemmeno l’emendamento che definiva con chiarezza i vasi come mezzi di produzione e non imballaggi, disposizione che avrebbe sicuramente messo al riparo il settore florovivaistico dalla possibilità che il Conai possa applicare il contributo. Notizia positiva la conferma dell’esclusione del vino dai target di riuso e dai depositi cauzionali. Il negoziato ora proseguirà in sede di trilogo. Come Confagricoltura continueremo a sollecitare il Governo e i parlamentari italiani affinché, in sede negoziale, venga confermata la posizione sostenuta dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo, che ha ottenuto il pieno sostegno del settore agroalimentare italiano. Tra le opzioni, è assolutamente preferibile il rinvio dell’accordo alla prossima legislatura, piuttosto che chiudere una pessima intesa prima delle elezioni europee.