Contratti d’appalto in agricoltura: Confermata la legittimità dell’appalto con elevata intensità di lavoro

Due recenti sentenze del tribunale di Ancona confermano la legittimità degli appalti con elevata intensità di lavoro nel settore agricolo. Al centro del giudizio c’era la possibilità di affidare a terzi, attraverso contratti di appalto, lavori che richiedono un’attività intensiva di manodopera, come la potatura, la legatura, la stralciatura, o la vendemmia.

Le sentenze in questione affermano in modo chiaro che questi appalti sono legittimi, anche in assenza di macchinari complessi (come trattori o vendemmiatrici) in quanto per l’esecuzione del servizio è sufficiente l’uso di piccoli attrezzi. L’esternalizzazione di determinate attività in agricoltura, se correttamente gestita, rappresenta un’opportunità per le aziende che necessitano di manodopera specializzata per far fronte a determinate lavorazioni.

I giudici di Ancona hanno sottolineato come la genuinità di un contratto d’appalto non dipenda dalla complessità degli strumenti utilizzati, ma dalla presenza di un vero e proprio rischio d’impresa a carico dell’appaltatore. Quest’ultimo, infatti, deve valutare i costi, organizzare il lavoro e assumersi la responsabilità del risultato finale.

Le due sentenze del Tribunale di Ancona confermano principi consolidati in giurisprudenza a cui il servizio di assistenza di Confagricoltura si attiene nella predisposizione dei contratti di appalto e nella consulenza in materia. Naturalmente, affinché l’appalto sia considerato genuino, è necessario che anche nella pratica vengano rispettate le condizioni contrattuali e le norme di legge sugli appalti.