Agrofarmaci: Crolla l’acquisto di fitofarmaci e anche delle produzioni

Secondo i dati Eurostat gli acquisti di Agrofarmaci nel nostro Paese sono scesi del 44% dal 2011 al 2013. Sembra sia la percentuale più alta all’interno dell’UE. Francia e Spagna hanno percentuali di acquisto di fitofarmaci superiori all’Italia, che si attesta sul 14% degli acquisti UE.

In cinque Paesi europei si sono registrate incrementi delle vendite: Lettonia (+55%), Austria (+52%) e Lituania (+11%). Le principali categorie vendute sono “fungicidi e battericidi” (39% dei volumi di vendita), “erbicidi, distruttori di foglie e diserbanti” (36%) e “insetticidi e acaricidi” (17%).

I dati resi noti da Eurostat, che attestano il minimo storico delle vendite di fitofarmaci in Italia e in Europa, sono il risultato del lavoro degli agricoltori. Stiamo però assistendo alla perdita di produzione che incombe su molte coltivazioni. L’agricoltura italiana rischia di pagare davvero a caro prezzo la progressiva riduzione dei principi attivi autorizzati per la difesa delle colture.

Il crollo delle vendite in Europa stride con quanto accade nel resto del mondo. In Brasile, ad esempio, si registrano nuove autorizzazioni al ritmo di centinaia ogni anno mentre in Europa servono 10 anni per registrare un nuovo prodotto. La ricerca privata perciò fatica a investire nello studio di nuove molecole per l’Europa, proprio perché il processo di registrazione di nuovi prodotti fitosanitari risulta troppo oneroso e complicato, con il rischio di vederseli poi revocare in pochi anni.