Preoccupante il via libera del Parlamento a nuovi dazi su fertilizzanti senza reali alternative di approvvigionamento

Confagricoltura esprime preoccupazione per l’esito del voto odierno del Parlamento europeo relativo alla modifica dei dazi sulle importazioni di fertilizzanti da Russia e Bielorussia, respingendo tutti gli emendamenti proposti. A larga maggioranza è passata la proposta della Commissione su dazi aggiuntivi sull’import di alcune merci, tra cui appunto i fertilizzanti, a partire dal prossimo mese di luglio.

In questo modo non si tiene conto delle criticità evidenziate dagli agricoltori e si rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà delle imprese europee del comparto.

Pur condividendo gli obiettivi generali della misura, in particolare il rafforzamento della sicurezza alimentare e la spinta alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, Confagricoltura ribadisce l’urgenza di integrare il provvedimento con misure correttive che tengano conto dell’attuale contesto economico, ambientale e produttivo. In particolare, è necessaria una revisione graduale del sistema dei dazi, affinché la transizione verso una minore dipendenza dalle importazioni non penalizzi il settore primario europeo, già fortemente colpito dall’instabilità dei mercati e dall’aumento dei costi di produzione.

Preoccupano la mancanza di considerazione per reali fonti alternative, l’assenza di una valutazione d’impatto e la non chiarezza sulle implicazioni di mercato. Se l’Unione è determinata a ridurre la dipendenza dai fertilizzanti russi e bielorussi, ad avviso di Confagricoltura deve presentare un’alternativa credibile e lungimirante. Mancano invece, sia specifiche decisioni volte a rafforzare l’utilizzo dei fertilizzanti di origine zootecnica (a partire dal digestato) strategici per ridurre la dipendenza dai concimi azotati, sia una maggiore flessibilità nell’applicazione della Direttiva Nitrati.

Il rischio concreto è che il settore primario, già piegato da calamità climatiche frequenti e rincari dei costi, si trovi nuovamente ad affrontare norme difficilmente applicabili, con effetti negativi sul piano sociale, ambientale ed economico.