Agricoltura, futuro incerto dal 2020
Conviene ancora investire in agricoltura? Il tema è stato al centro di un denso dibattito promosso da Veneto Agricoltura, d’intesa con Regione e Università di Padova, a Legnaro. Hanno partecipato le categorie agricole, l’europarlamentare Paolo De Castro (in diretta video), l’assessore regionale Giuseppe Pan, il direttore dell’Agenzia Alberto Negro e il mondo del credito, nella persona di Davide Goldoni, responsabile retail Crédit Agricole Friuladria.
I dati non lasciano dubbi: in dieci anni sono calate le superfici agricole, le aziende e anche il loro reddito, ma è cresciuta la propensione a investire in innovazione grazie soprattutto ai fondi europei: Psr e Pac (Politica agricola comune). E su quest’ultima si è acceso il dibattito in vista della possibile revisione (qualcuno teme lo smantellamento) della più grande forma di aiuti a partire dal 2020. «Oggi la Pac guarda troppo a Nord, per questo l’Italia deve essere presente nella consultazione pubblica avviata per la definizione di quella futura, dopo il 2020. Ma prima il Paese deve capire che agricoltura vuole» è il messaggio. Lo scenario dell’agricoltura veneta oggi lo descrive Renzo Rossetto di Veneto Agricoltura.
Negli ultimi dieci anni (2005-2015) le superfici agricole in Veneto sono passate da circa 645 mila ettari a 580 mila, con un calo del -10%: giù gli ettari coltivati a cereali (-20%), orticole (-32%) e frutticole (-23%); in crescita (+8%) la vite (effetto Prosecco) e le colture industriali (+19%), trainate dalla soia. Anche gli allevamenti segnano il passo: 3.600 i bovini da latte nel 2015 (-60% rispetto al 2005), suini (-45%), bovini da carne (-7%) e avicoli (-6%). Nonostante ciò, sono in crescita gli ettari coltivati, il numero medio di capi e la produzione per ettaro o per singolo allevamento è quasi raddoppiata. Grazie agli investimenti. «L’obiettivo ora è quello di mantenere, come minimo, gli attuali finanziamenti comunitari. Non sarà facile, perché tutto dipenderà dal bilancio dell’Ue 2020-2027» spiega Pan. Solo dal Piano di sviluppo rurale Psr (principale sostegno agli investimenti) arrivano ogni anno 110 milioni.
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