Parte dal Vinitaly il primo progetto veneto per una Glera resistente
Quattro esperienze di viticoltura sostenibile a confronto nella tavola rotonda che si è svolta oggi al Vinitaly, promossa da Confagricoltura, dal titolo La nuova frontiera del vino: la sostenibilità a 360° con il giornalista e scrittore Andrea Scanzi e la partecipazione di Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto; Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpolicella; Filippo Taglietti, del consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene docg; Marco Caprai, presidente di Confagricoltura Umbria; Diego Tomasi, direttore del Centro di ricerca Crea-Ve e Andrea Andreoli, direttore di Telenuovo.
La tavola rotonda ha offerto un confronto tra alcune tra le più interessanti esperienze di viticoltura sostenibile in Italia, che vanno incontro alle crescenti richieste dei consumatori e dei cittadini di sviluppare pratiche attente alla tutela degli ecosistemi, delle risorse naturali e della salute. Lo scorso anno contrasti sono sorti in molte zone vitivinicole a causa dei trattamenti necessari per combattere le malattie fungine, ritenuti eccessivi dai residenti. Ma la parola sostenibilità è oggi spinta anche da un mercato internazionale che vede come un valore aggiunto i vini con caratteristiche di tutela dell’ambiente, percependoli di maggior valore rispetto a quelli tradizionali. Infine, i nuovi orizzonti sostenibili prospettano vantaggi anche di ordine economico, in quanto consentirebbero di ridurre i costi di gestione del vigneto, che con l’impiego di anticrittogamici sono piuttosto elevati. Tutto questo spiega perché il settore vitivinicolo sia sempre più proiettato verso scelte sostenibili, anche puntando alla modifica di disciplinari che prevedano una revisione delle produzioni. Le previsioni dicono che una bottiglia su tre, entro il 2020, arriverà da agricoltura sostenibile o biologica.
“Credo che dieci anni fa non sarebbe stato possibile immaginare una tavola rotonda che avesse al centro la sostenibilità – ha riassunto Scanzi -, o sarebbe stato percepito come un dibattito di nicchia. Invece i consumatori millennials richiedono non solo la tradizione, cioè il vitigno autoctono che racconta la terra, ma anche il rispetto per il terreno, l’ambiente e la salute. Un altro aspetto che mi colpisce da consumatore è che il tema della sostenibilità viene preso di petto dalle grandi aziende e da consorzi molto forti, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. Qui stiamo parlando di Valpolicella, di Valdobbiadene, di Umbria. Un cambio di passo notevolissimo, con una rivoluzione alle porte che parte dal Veneto con il progetto della Glera resistente”.
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