Vendemmia senza voucher, aziende in difficoltà
Quella che si aprirà tra un paio di settimane con ampio anticipo, a causa del caldo africano, sarà dopo dieci anni la prima vendemmia a fare i conti senza i voucher, i buoni lavoro utilizzati per tanti anni per le raccolte stagionali.
Tra i grappoli d’uva debutteranno i contratti di prestazione occasionale, che stanno incontrando parecchie perplessità nelle aziende vitivinicole a causa della complessità burocratica nell’utilizzo. Proprio per questo Confagricoltura Vicenza ha confezionato un manualetto, dal titolo “Lavoro e vendemmia. Le regole per essere in regola”, nel quale vengono descritte tutte le tipologie contrattuali possibili per far fronte alla raccolta alle porte. Non solo il contratto che sostituisce i voucher, ma anche lo scambio di manodopera, le prestazioni di parenti, le assunzioni congiunte, il lavoro a tempo determinato e le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
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“Il contratto di prestazione occasionale è costoso, burocratico e complicato – spiega Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza -. Le nostre aziende sono restie a utilizzarlo, in quanto comporta un carico burocratico che appesantisce le aziende agricole ed è causa di ulteriori costi. Anche le circolari emanate dall’Inps sui chiarimenti del contratto di lavoro occasionale sono difficilmente comprensibili. Nei giorni scorsi abbiamo convocato un incontro con le aziende agricole sulla vendemmia e in tanti si sono detti in difficoltà nell’utilizzo del nuovo strumento. Sarà problematico anche l’impiego dei pensionati, in quanto il nuovo sistema li obbliga a un tortuoso iter burocratico sia per l’assunzione, che per il pagamento. Noi temiamo che si faccia un passo indietro rispetto agli anni dei voucher, quando si era riusciti a gestire in maniera ottimale e flessibile le attività stagionali e senza abusi, dato che l’impiego dei buoni in agricoltura nel 2016 era stato pari al 6,50% in provincia di Vicenza”.
A preoccupare i vitivinicoltori è anche il nuovo registro dematerializzato, che è stato voluto dal ministero per le Politiche agricole per andare verso la semplificazione e la razionalizzazione, ma che per ora si sta dimostrando una grossa complicazione. Il passaggio dai vecchi registri cartacei alle nuove procedure on line, che coinvolgerà circa 3.100 aziende vitivinicole in Veneto, non è infatti così semplice e sta dimostrando parecchie lacune nei software. E per chi non adempirà all’obbligo sono previste sanzioni che vanno dai 500 ai 15.000 euro. “Rileviamo alcune difficoltà nel passaggio al nuovo sistema – annota Cichellero -, che non è ancora completamente a regime e presenta software e compilazioni articolate che potrebbero portare a compiere errori. Un timore amplificato dalla concomitanza con la vendemmia, che comporterà un sovraccarico di lavoro tra la campagna e la cantina, lasciando poco tempo al disbrigo delle pratiche burocratiche”.
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