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Uova, va incentivata la tracciatura a lotti interi

“Nel Vicentino gli avicoltori hanno investito milioni di euro in ammodernamenti, vanificati però da un mercato che ha visto l’importazione massiccia di uova, a prezzi inferiori, soprattutto da Paesi come quelli dell’Est europeo che hanno libertà di usare ogm, non sono sottoposti a controlli e non sono soggetti alle normative sul benessere animale. Il caso delle uova contaminate è la dimostrazione di come non si possa più pensare che i prodotti circolino senza controlli e senza standard comuni”.

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Così commenta la vicenda delle uova al fipronil Enrico Pizzolo, presidente di Confagricoltura Vicenza, che ricorda come il codice alfanumerico che indica il Paese di provenienza non sia sufficiente a garantire la tracciabilità. “Le uova contenute nei prodotti come pasta e dolci non hanno l’obbligo di tracciabilità, quindi non è indicato il Paese di provenienza – spiega -. Da tempo noi di Confagricoltura sosteniamo la necessità di incentivare la tracciatura a lotti interi, in modo da avere una certezza sull’origine del prodotto. Va, inoltre, sostenuta la promozione delle uova made in Veneto, in modo da sapere quali sono realmente provenienti dai nostri allevamenti, che sono garanzia di qualità e salubrità per i nostri consumatori, come è stato fatto per il comparto lattiero caseario».

In Veneto il settore avicolo rappresenta una punta di diamante sul territorio italiano con una produzione annua di 2 miliardi di uova e 200 milioni di fatturato, che rappresenta il 16 per cento del totale nazionale. In Italia ogni anno si producono 13 miliardi di uova, con 1,3 miliardi di fatturato per la sola componente agricola, che ci pongono al vertice dei Paesi europei. Le importazioni di uova sono molto ridotte: “Invitiamo i consumatori, per quanto riguarda le uova fresche, a scegliere le confezioni con la presenza delle iniziali “IT”, per essere sicuri di acquistare prodotto italiano non contaminato e sicuro – rimarca Pizzolo -. Ci auguriamo, in ogni caso, che il problema delle uova contaminate venga affrontato e risolto in fretta, per evitare che una brutta vicenda che riguarda altri Paesi si traduca in un danno ingiustificato a carico dei nostri imprenditori e di una filiera che è già in grado di garantire praticamente tutto l’autoapprovvigionamento nazionale”.

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