Prezzo del latte di nuovo giù, preoccupazione tra gli allevatori
Torna la preoccupazione tra gli allevatori per il prezzo del latte, che dopo un 2017 in ripresa sta nuovamente calando in maniera importante, mettendo in difficoltà molte stalle veronesi. È di pochi giorni fa la lettera di Italatte, il più rappresentativo a livello nazionale nell’ambito dell’industria della trasformazione, che ha proposto una deroga al contratto in vigore, proponendo a partire dal mese di marzo un abbassamento del prezzo da 37 centesimi al litro a 35.5. Italatte motiva la decisione facendo riferimento all’andamento del mercato in questa prima parte dell’anno, caratterizzato da un ribasso delle quotazioni.
“Parte male il 2018 per il settore del latte – commenta Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -, con i prezzi nuovamente in caduta. Nel 2017 avevamo respirato un po’ di ossigeno, con il latte pagato 40 centesimi grazie all’olio di palma messo al bando, al prezzo del burro raddoppiato e all’aumento dell’import di latte in polvere da parte dei Paesi extracomunitari. Ora il prezzo del burro è calato ed è tornata a riaffacciarsi la sovrapproduzione europea, che scarica su di noi il surplus di latte, e di conseguenza i prezzi scendono. Con 35 centesimi al litro gli allevatori non riescono a pagare neppure i fornitori”.
Conferma l’andamento Carlo Ferrarese, presidente della Cooperativa Scaligera Latte: “Anche Parmalat ha abbassato il prezzo in deroga al contratto e pure Sterilgarda paga 35 centesimi. Ma c’è anche qualche industria che lo paga già a 33,5. C’è tanto latte e il prezzo cala. Dopo la fine delle quote latte siamo in balia del mercato, con un’altalena di alti e bassi. La speranza è che, dopo un inizio di anno negativo, la situazione migliori. Qualche buon segnale c’è. Da ieri il latte scremato di importazione dalla Germania viene pagato 10 centesimi invece di 8. Anche il formaggio grana sta dando segni di ripresa. Ritengo difficile che si possa ripiombare ai livelli del 2016, quando si toccò il fondo con il latte pagato a 29-30 centesimi. Più facile che si vivano annate con andamento ad elastico, con periodi buoni che si alternino a mesi difficili”.
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