Cimice asiatica: la Regione finanzia ricerca e reti antinsetto

In riscontro ad una richiesta avanzata relativa all’impiego di prodotti per il controllo della cimice asiatica, Halyomorpha halys, i Servizi Fitosanitari della Regione Veneto hanno autorizzato l’impiego su melo e pero dei prodotti a base di Clorpirifos-metile approvati per l’impiego su cimice asiatica, nel limite dei trattamenti previsti in etichetta (massimo 2 interventi e 5 litri ettaro/anno).

Reti antigrandine e antinsetto risultano essere per ora i migliori sistemi difensivi per proteggere frutteti dagli attacchi della cimice asiatica. Da una iniziale concentrazione nell’Alta padovana e nel Trevigiano, la cimice asiatica si sta diffondendo ora con particolare invasività nella Bassa Padovana, nel Polesine e nel Veronese. Il ‘potenziale’ delle colture aggredibili in Veneto – tra frutteti e seminativi – supera i 300 mila ettari, per una produzione totale di oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate che, in termini economici, vale un fatturato di oltre 660 milioni di euro.

Per contrastare questa invasione la Regione Veneto ha affidato al Dipartimento di agronomia animali e ambiente dell’Università di Padova l’incarico di studiare la localizzazione e il ciclo di attività della cimice asiatica e di individuare le migliori strategie di prevenzione e contrasto. Al momento, il lavoro dei ricercatori ha consentito di mappare la presenza della cimice nel nostro territorio, di osservarne l’evoluzione e di indicare le possibili misure di contenimento. Lo studio ha prodotto, per ora, questa prima evidenza: le cimici asiatiche infestano e danneggiano soprattutto i margini degli appezzamenti e la misura più efficace per limitare i danni e ridurre l’uso di insetticidi chimici risulta essere il posizionamento di reti antigrandine e reti antinsetto, in modo da chiudere i bordi degli appezzamenti. In attesa che il lavoro dei ricercatori ottenga risultati sperimentabili su vasta scala, la Regione ha fatto sapere che continuerà a sostenere i produttori ortofrutticoli ammettendo ai contributi dei bandi Psr gli investimenti finalizzati alla difesa attiva come l’acquisto la collocazione di reti antinsetto.

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