Annata nera per l’olio veneto
Annata da dimenticare per l’olio veneto, con previsioni catastrofiche per la raccolta 2019. Dopo un 2018 eccellente, coronato da un’abbondante produzione (220.000 quintali di olive in Veneto), si può parlare di vera e propria debacle, visto che si parla di perdite previste nell’ordine di decine di milioni di euro.
“Nella migliore delle ipotesi, prevediamo che la raccolta segni perdite dal 70 all’80 per cento – allarga le braccia Leonardo Granata, olivicoltore di Monte Sereo del settore olivicoltori di Confagricoltura Veneto -, ma io e molti altri colleghi non metteremo neppure a terra le reti per la raccolta, perché sugli alberi non c’è quasi più nulla. Trattandosi di olive, è fisiologico che anni carichi, come quello scorso, si alternino ad anni di scarica, ma un quadro così desolante è da catastrofe. Il mese di maggio molto piovoso e freddo ha interferito pesantemente nella fioritura, in quanto il fiore dell’olivo è molto delicato e ha bisogno di un buon clima per svilupparsi. Da giugno è seguito un rialzo termico importante, che ha ulteriormente aggravato la situazione. Infine c’è stato un aumento delle fitopatie, che hanno accentuato la cascola. Molti, avendo poche olive, non hanno neppure trattato adeguatamente contro la mosca olearia e perciò gli attacchi sono stati letali”.
Lo scorso anno la resa, favorita dalle ottimali condizioni climatiche, era stata pari a più del doppio rispetto alla pessima annata 2017. In Veneto ci sono 3.560 ettari a olivo, con crescita annua del +0,7 per cento. A Verona si concentra circa il 70 per cento delle superfici regionali, seguita da Vicenza (562 ettari, +0,4%), Treviso (550 ettari, +18,3%) e Padova (430 ettari, +3,6%). (dati Veneto agricoltura).