Assemblea Assolatte: Comparto lattiero-caseario italiano in piena salute
«Quando la produzione italiana di latte era contingentata dal sistema delle quote in Italia si realizzavano 10 milioni di tonnellate l’anno e il timore principale erano i surplus produttivi e il crollo dei prezzi. Con la fine del sistema delle quote oggi in Italia si producono 14 milioni di tonnellate, il 40% in più. Prodotto ritirato dall’industria lattiero casearia italiana che trasforma questa materia prima e la valorizza grazie all’innovazione e all’export. Il risultato è che il prezzo del latte alla stalla in Italia è superiore del 10-15% alla media europea. I listini hanno messo a segno un ulteriore +6% nei primi quattro mesi di quest’anno e oggi sono del 40% superiori alle quotazioni del latte del 2020».
È un sistema virtuoso quello descritto dal presidente di Assolatte (l’associazione delle industrie lattiero casearie italiane), Paolo Zanetti che nei giorni scorsi ha celebrato a Roma la propria assemblea annuale insieme agli 80 anni dell’associazione.
Zanetti, inoltre, ha evidenziato che, per l’export caseario italiano, il 2024 è stato un altro anno da ‘record’, giacché “le 658.000 tonnellate” inviate fuori dai nostri confini hanno fatto salire il valore del 10,7% sul 2023, mentre il fatturato è stato pari a 5,4 miliardi, in uno scenario in cui arrivare a questi livelli, “tra le guerre, il persistere dell’inflazione e varie altre insidie, non è stato facile.
Lo studio realizzato da The European House – Ambrosetti (Teha) per Assolatte ha permesso di osservare come “nel 2024 l’export agroalimentare abbia raggiunto il valore record di 67,5 miliardi e la produzione agroalimentare made in italy conferma il suo alto livello di qualità, con 891 produzioni certificate”, essendo “il primo Paese in Ue per numero di formaggi certificati, con 57 denominazioni”. E, nella filiera agroalimentare italiana, l’industria lattiero-casearia “occupa il 2° posto per fatturato – il settore ha raggiunto i 26,6 miliardi – e il 4° per esportazioni – 5,9 miliardi” lo scorso anno.
Le imprese del comparto operanti in Italia hanno raccolto e trasformato il latte vaccino prodotto nelle stalle della Penisola: si tratta di 13,18 milioni di tonnellate, a cui se ne aggiungono 800.000 di latte tra caprino, bufalino e pecorino; quello lavorato nel Belpaese è destinato alla produzione di 2,5 milioni di tonnellate di latte alimentare, di 1,4 milioni di tonnellate di formaggi (per il 44% a denominazione di origine protetta), di 265.000 tonnellate di yogurt e altri latti fermentati e di 103.000 tonnellate di burro”. Gran parte della produzione nazionale si concentra nella mozzarella (315.000 tonnellate), nel Grana Padano dop (218.000), nel Parmigiano Reggiano dop (163.000), nel Gorgonzola dop (63.000), nella Mozzarella di bufala campana dop (55.000), nel Pecorino Romano dop (39.000), in burrata e stracciatella (47.500, di cui 600 di Burrata di Andria IGP), nel provolone (28.000, di cui 7.000 in Valpadana Dop), in mascarpone, crescenza e Asiago dop.