Canapa: Filiera contro l’emendamento inserito nel DDL sulla sicurezza pubblica

Il destino della coltivazione della canapa è progredire con molta fatica e poi di colpo perdere quel poco che si è conquistato, dovendo quindi ricominciare ogni volta. È questo il quadro che hanno oggi gli operatori a fronte dell’emendamento approvato a fine luglio nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, nell’ambito del DDL (disegno di legge) recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario.

Di fatto, l’art. 13 bis del DDL vieta l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.) e dei suoi derivati. Proprio l’infiorescenza rappresenta la parte della pianta di maggiore valore industriale (estratti, ecc.) e di maggiore interesse per i produttori. Qualora la proposta andasse avanti (trattasi di un disegno di legge che dovrà essere discusso e approvato alla Camera e al Senato alla ripresa dei lavori parlamentari) precluderebbe la possibilità per gli agricoltori di gestire il prodotto “infiorescenza”, a partire dalla prima lavorazione del prodotto e via via tutti gli altri processi (essiccazione, cessione, ecc.) limitando l’accesso al mercato delle imprese italiane, favorendo quelle di altri paesi. Si verrebbe così a vanificare lo sforzo fatto in Italia con tanta fatica durante questi anni dalla filiera della canapa industriale (coltivazione delle sole varietà ammesse a livello UE, caratterizzate da basso THC), volto alla valorizzazione di tutte le parti della pianta (semi, fibre e infiorescenza).

Confagricoltura in tutte le sedi competenti ha chiesto una riflessione sull’emendamento approvato al fine di individuare le opportune proposte per dare continuità ad un importante settore dell’economia agricola ed industriale italiana e, soprattutto, evitare ingenti danni economici agli agricoltori che hanno investito nella coltura ed a breve dovranno raccoglierla.