Carni bovine in crisi per l’emergenza Coronavirus: è necessario sostenere il settore con un piano strutturale

Confagricoltura chiede un piano di sostegno strutturale per rilanciare il settore delle carni bovine, duramente colpito dall’emergenza Coronavirus. La chiusura del canale Horeca nei mesi scorsi, con lo stop di tutte le attività di hotel, ristoranti, caffè, bar e mense, unita alle forti restrizioni imposte alla circolazione in ambito comunitario e al rallentamento delle attività di macellazione durante il lockdown, hanno comportato pesanti ripercussioni nel settore del bovino da carne, determinando un crollo delle vendite. Il comparto più penalizzato quello del vitello a carne bianca, destinato in prevalenza ai settori ristorazione e alberghiero. Da rilevare che alla Borsa merci di Modena le quotazioni delle carni di vitello di prima qualità (mezzene) non vanno attualmente oltre la soglia dei 5 euro al kg, contro i 6,30 euro di un anno fa (-21%). Sui mercati pesa anche la concorrenza dei tagli di importazione provenienti soprattutto da Francia, Spagna, Germania e Polonia, paesi che stanno adottando politiche di vendita molto aggressiva per smaltire le giacenze in eccesso. Sono sicuramente utili gli interventi a tutela del vitello a carne bianca nell’ambito del fondo emergenziale: si tratta di 20 milioni di euro per il premio alla macellazione vitelli di età inferiore a 8 mesi (aiuto erogato per vitelli nati, allevati e macellati in Italia dal primo marzo al 30 giugno 2020, nel limite massimo di 110 €/capo). Stanziati, inoltre, 15 milioni di euro di aiuti per l’ammasso privato di carni fresche o refrigerate di vitello. Confagricoltura chiede però l’attivazione di un piano di sostegno strutturale che rilanci e valorizzi il settore delle carni bovine italiane, puntando su export, promozione e tavolo di dialogo con la Grande distribuzione organizzata.