Cassa integrazione prorogata di sei settimane e licenziamenti bloccati fino al 31 gennaio. Ma c’è l’intesa per posticipare tutto al 31 marzo 2021
Nel decreto Ristori la cassa integrazione d’emergenza è stata prorogata di sei settimane, utilizzabili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021. E fino al 31 gennaio 2021 rispunta anche la proroga del blocco dei licenziamenti. Per le aziende interessate dalle restrizioni, totali o parziali, dell’ultimo Dpcm le nuove sei settimane di sussidio sono gratuite; per tutte le altre aziende che, egualmente hanno finito le precedenti 9+9 settimane di Cig Covid-19, le nuove settimane sono gratis solo se hanno subito perdite di fatturato superiori al 20% (primi tre trimestri 2020 su analogo periodo 2019). Se le perdite di fatturato sono inferiori al 20% si paga un contributo addizionale del 9%, che sale al 18% per i datori che non hanno invece subito cali del fatturato.
Per le imprese che non utilizzano l’ammortizzatore d’emergenza sono previste ulteriori quattro settimane di esonero contributivo, fruibili entro il 31 gennaio 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già utilizzate nel mese di giugno 2020, con esclusione di premi e contributi Inail, riparametrate su base mensile.
Il Presidente del consiglio, a seguito degli incontri con Confindustria e con CGIL, CISL, UIL, ha però annunciato che la cassa integrazione d’emergenza si allungherà di ulteriori 12 settimane, questa volta completamente gratuite per le imprese, indipendentemente dal calo del fatturato. La nuova tornata di sussidi emergenziali sarà finanziata con la legge di Bilancio. Ci sarà però una nuova proroga del blocco dei licenziamenti economici individuali e collettivi, che passerà dal 31 gennaio (del Dl Ristori) al 31 marzo.