Confagricoltura Veneto: preoccupati per le ripercussioni su tutta la filiera

“Il Veneto per fortuna resta in zona gialla, ma le restrizioni sulle altre regioni destano comunque motivo di preoccupazione perché avranno ripercussioni su tutta la filiera agroalimentare”.

Così Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, commenta il nuovo Dpcm e la suddivisione in aree gialle, arancioni e rosse del Paese. “Una componente economica importante dell’Italia ricade in Lombardia e Piemonte, che rappresentano una fetta consistente del Pil nazionale – sottolinea -. La riduzione delle forniture alla ristorazione colpirà inevitabilmente le nostre aziende agricole, che vendono i loro prodotti non solo in ambito locale ma in tutta Italia e all’estero. Il settore vitivinicolo, come dimostrano i dati del bollettino socioeconomico della Regione, è già in forte sofferenza partendo dalla zona del Valpolicella a quella della Marca trevigiana a causa sia del blocco dell’export che alla chiusura dei canali Horeca e alla flessione dei consumi delle famiglie. Ma anche i settori ortofrutticolo, lattiero-caseario e della carne bovina e suina pagano un pesante dazio a lockdown e mini lockdown, per non parlare degli agriturismi che faticano a chiudere i bilanci. Prevediamo un futuro difficile anche per i prossimi mesi, che segneranno un’ulteriore contrazione dei consumi anche a causa della crisi economica e della perdita di posti di lavoro che colpiscono molte famiglie”.

Conferma Christian Marchesini, vicepresidente nazionale del settore vitivinicolo di Confagricoltura oltre che presidente di Verona e del Veneto: “Per il settore vitivinicolo la chiusura dei ristoranti alle 18 resta un danno gravissimo, con perdite che presumibilmente vanno dal al 60 al 70 per cento. Gran parte dei consumi legati alla ristorazione all’Horeca avviene infatti nella fascia serale degli aperitivi e della cena, soprattutto per quanto riguarda i vini di fascia medio-alta. Chiaramente le restrizioni nelle zone rosse causeranno un’ulteriore perdita per tutto il comparto. Ripercussioni gravissime arriveranno anche dal lockdown della Germania, che rappresenta il primo mercato export per le nostre etichette”.