Credito d’imposta per investimenti 4.0 e generici. Attenzione alla scadenza del 31 dicembre 2022
Il credito d’imposta per investimenti in nuovi beni strumentali è regolamentato da un intreccio di norme che si sono susseguite negli ultimi due anni. Con l’avvicinarsi della fine del 2022, e quindi della riduzione della misura del credito, riteniamo utile riepilogare le diverse possibilità, per agevolare le decisioni delle aziende che stanno investendo.
Ricordiamo che, per quanto riguarda questa agevolazione, gli investimenti possono essere suddivisi in due categorie: gli acquisti di beni “generici” (o “ordinari”) e quelli definiti “Industria 4.0”. Questi ultimi sono quelli elencati nelle tabelle A e B allegate alla Legge n. 232/2016, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, e devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
Per i beni materiali e immateriali generici spetta un credito d’imposta pari al 6% del costo di acquisto, per il periodo 1° gennaio 2022 – 31 dicembre 2022. Sono ammessi anche i beni consegnati entro il 30 giugno 2023, purché entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia stato pagato almeno il 20% del costo. Dal 1° gennaio 2023 detto credito non sarà più in vigore.
Per i beni Industria 4.0 materiali spetta un credito pari al 40% del costo, per il periodo 1° gennaio 2022 – 31 dicembre 2022 (o fino al 30 giugno 2023, se entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulta accettato ed è stato pagato almeno il 20% del costo). Nel 2023, fino a tutto il 2025, il credito si riduce al 20% del costo.
Per i beni Industria 4.0 immateriali il credito è pari al 50% del costo, fino al 31 dicembre 2022 (30 giugno 2023, se entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulta accettato ed è stato corrisposto l’acconto almeno del 20%). Nel 2023 il credito si riduce al 20%, per passare nel 2024 al 15% e nel 2025 al 10%.