Dieci anni di Biogas nel Veneto Un’esperienza positiva che guarda allo sviluppo del biometano
Mercoledì 20 giugno si è svolto presso il CEST a villa Borromea di Sarmeola di Rubano, un incontro pubblico per fare il punto sull’esperienza di oltre 10 anni di biogas in Veneto. All’incontro, organizzato da Levi Cases, hanno contribuito Confagricoltura Veneto e il Consorzio Italiano Biogas. Oltre al presidente del CIB Piero Gattoni, al Vicepresidente di Confagricoltura Veneto Giordano Emo Capodilista, ai rappresentanti delle altre associazioni agricole, erano presenti numerosi ospiti ed imprenditori, protagonisti dello sviluppo delle agroenergie nella nostra regione. Inoltre hanno partecipato al convegno gli assessori regionali Roberto Marcato (Attività produttive con delega all’energia) e Giuseppe Pan (Agricoltura). Entrambi hanno dichiarato, sia pur con visioni diverse, il pieno sostegno allo sviluppo delle agroenergie concordando, sollecitati da Gattoni, sulla necessità di fare tesoro delle esperienze sin qui maturate.
Le relazioni tecniche sono state tenute dalla dott.ssa Mara Thiene del Dipartimento Territorio e sistemi Agro-Forestali dell’Università degli studi di Padova e dalla dott.ssa Barbara Lazzaro della Direzione Agroambiente della Regione Veneto.
Tra i relatori sono stati chiamati anche quattro imprenditori agricoli che hanno raccontato le proprie esperienze. I dati di bilancio del consultivo decennale sono stati presentati dalla dott.ssa Donatella Banzato dell’Università di Padova, con i quali è stata dimostrata l’inconsistenza di molti luoghi comuni che negli anni hanno caratterizzato l’acceso dibattito contro lo sviluppo del biogas nel Veneto. Gli impianti di biogas nella nostra regione sono poco meno di 200 con un impiego di terreno di 80 mila ettari
Convincente è stata la relazione di Claudio Fabbri del CRPA che ha approfondito i numerosi aspetti positivi dell’uso del digestato -prodotto finale della digestione anaerobica, processo alla base della produzione di biogas- per la fertilità dei terreni e per la fissazione del carbonio nel suolo. La buona pratica dell’impiego agronomico del digestato è inserita nel vademecum del “biogasfattobene” proposto dal Consorzio Biogas Italiano.
L’esperienza positiva fin qui raggiunta con la produzione di biogas da fonti agricole rappresenta un viatico per affrontare la nuova frontiera del biometano, relativamente al quale si stanno definendo i testi applicativi della normativa nazionale emanata nel mese di marzo, che ci permetterà di raggiungere entro il 2020 la quota di 10% di energia rinnovabile nei trasporti. Tra i tanti argomenti di cui si è discusso ci sono anche gli aspetti legati all’alimentazione degli impianti a biogas che consistono in un volume di 8 miliardi di metri cubi di cui ben 7 derivati da colture dedicate. La coltivazione di vegetali per la destinazione energetica, se effettuata in modo intelligente, rappresenta una pratica utile alla conservazione della fertilità del suolo, oltre che permettere agli agricoltori di ottenere un redditto soddisfacente.
Gli scenari per lo sviluppo sull’uso del biometano per autotrazione e della possibilità di siglare degli accordi di filiera ha parlato Emanuele Gesù di SNAM.
Alla tavola rotonda che è seguita, coordinata da Piero Gattoni, sono stati affrontati i temi inerenti lo sviluppo del biogas. Hanno risposto alle domande coordinatore il direttore di Veneto Agricoltura Giustino Mezzalira, che ha focalizzato l’attenzione sull’importanza della fissazione del carbonio, anche attraverso l’adesione alle buone pratiche del biogasfattobene. E’ infatti necessario riportare i livelli di sostanza organica dei terreni sopra il pericoloso limite della desertificazione. Il vicepresidente di Confagricoltura Veneto, Giordano Emo Capodilista, ha sottolineato l’importanza di preservare le strutture già operative, agevolando il processo di transizione verso il biometano. Il presidente di Unicarve Fabiano Barbisan ha infine ripreso e sottolineato i concetti, espressi anche dall’assessore Marcato, circa il rispetto dei principi che hanno determinato lo sviluppo del biogas come tecnologia per il riutilizzo delle deiezioni animali e che nell’ultimo decenni ha permesso la sostenibilità di molte aziende agro-zootecniche sull’orlo della crisi. Ha inoltre ribadito con forza la necessità di un atteggiamento chiaro e coerente del mondo politico verso scelte vitali per le imprese.
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