Dopo sei anni i contributi regionali per la pioppicoltura veneta

Arriva, finalmente, un bando del Piano di sviluppo rurale del Veneto che riguarda l’imboschimento di terreni agricoli e non agricoli, pubblicato il 30 giugno. Per comprendere le opportunità della misura per la pioppicoltura veneta, la sezione Risorse boschive e colture legnose di Confagricoltura Veneto promuove un incontro di approfondimento che si svolgerà venerdì 14 luglio alle 17 nella sede di Confagricoltura Rovigo (Piazza Duomo, 2 a Rovigo). All’incontro interverranno Gian Luigi Pippa, presidente della sezione Risorse boschive e colture legnose di Confagricoltura Veneto; Giuseppe Nervo, direttore del Crea, unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta; e Adg Feasr parchi e foreste della Regione Veneto.

“Il bando mette a disposizione 600.000 euro”, anticipa Gian Luigi Pippa, “una cifra modesta ma, comunque, un segno importante dalla Regione Veneto, che a distanza di sei anni dall’ultimo bando emana una misura dedicata alla pioppicoltura veneta. Un risultato raggiunto anche grazie a Confagricoltura Veneto, che aveva lanciato un appello alla Regione anche pochi mesi fa, nell’ambito di un convegno, sostenendo quanto questa coltura fosse importante per l’ambiente e l’economia. Per le spese d’impianto verranno concessi contributi pari all’80 per cento dei costi sostenuti. C’è tempo fino a fine luglio per fare domanda. Noi riteniamo che sia una buona occasione sia per gli agricoltori, sia per ridare linfa a una coltura che in Veneto, negli ultimi 15 anni, ha visto gli ettari dimezzati. Confidiamo che il bando sia partecipato per far ripartire il settore”.

Oggi in Veneto ci sono 3.000 ettari di pioppi, contro i 5.500 del 2000 e i 6.800 del 1980. La provincia di Rovigo è capofila con 700 ettari, seguita da Padova, Verona e Venezia che veleggiano a quota 600. Vicenza e Treviso sono fanalini di coda con numeri meno significativi. Sono 900, in tutto, i coltivatori: in testa Padova con 262, seguita da Treviso con 190, Venezia con 188, Rovigo e Verona con 111 e Vicenza con 31.

«Il calo delle coltivazioni è dovuto soprattutto alla perdita di redditività del pioppo», spiega Pippa. «A questo si aggiungono i disastrosi eventi atmosferici degli ultimi anni e una ridotta attenzione da parte delle istituzioni. Il crollo del pioppo mette a rischio un’intera filiera produttiva: il mercato degli imballaggi e del compensato non può reggere su quantitativi così risicati. Se il settore non si riprenderà, si rischierà, a cascata, il crollo della filiera”.

I pioppeti hanno anche una grande importanza nel ruolo ambientale che rivestono, grazie al grande assorbimento di CO2 e alla riduzione di gas serra: un ettaro di alberi può sequestrare, mediamente, circa 6 tonnellate di anidride carbonica ogni anno.

Scarica programma dell’incontro

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