Fertilizzanti: evitare ulteriore aumento dei prezzi e crollo delle produzioni agricole
Negli ultimi giorni si sono registrati ripetuti annunci di tagli dell’attività da parte delle principali imprese produttrici di fertilizzanti. Alla chiusura di alcuni stabilimenti nel Regno Unito, si è aggiunto l’annuncio del taglio del 40% della produzione in Europa da parte di uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca, da cui si ricavano i fertilizzanti, e primo operatore italiano del settore. In Italia, il mercato dei fertilizzanti vale circa un miliardo di euro.
La possibile carenza di fertilizzanti avrebbe un impatto devastante sulla quantità e sulla qualità delle produzioni agricole a livello mondiale. Per questo, secondo Confagricoltura, serve un’iniziativa in ambito europeo per far fronte a una situazione che non sarà di breve durata, a causa dello straordinario aumento del prezzo del gas.
Il settore agricolo è già sottoposto a una crescita record dei costi di produzione che non vengono generalmente trasferiti sui prezzi di cessione dei prodotti. L’ulteriore aumento dei prezzi dei fertilizzanti, o addirittura una prolungata carenza, porterebbe fuori controllo la situazione sotto il profilo economico e produttivo, con possibili ripercussioni sociali nei Paesi meno avanzati, dove la spesa per l’alimentazione ha un’incidenza elevata sul costo della vita.
A livello mondiale, ci sono segnali di vero e proprio accaparramento. In questa situazione di emergenza andrebbe anche valutata l’ipotesi di procedere con acquisti centralizzati di fertilizzanti da parte dell’Unione europea.
In Italia l’uso di prodotti chimici è in costante calo da anni ed è in atto un processo condiviso tra agricoltura e industrie di settore per una accresciuta tutela delle risorse naturali, grazie alla ricerca, alle innovazioni e agli investimenti. Occorre, però, essere consapevoli che i fertilizzanti continuano ad essere fondamentali per ottenere quantità e rese adeguate. E livelli qualitativi in linea con le esigenze del mercato.