Filiere mais e soia: basta il contratto triennale dello stoccatore
Il Mipaaf ha finalmente chiarito la posizione delle imprese di stoccaggio e commercializzazione, oltre che quella delle cooperative, relativamente ai contratti di filiera triennali per mais soia e altre colture proteiche. Le istruzioni operative di Agea avevano infatti creato confusione e disorientamento, prevedendo che vi fosse anche un contratto di filiera con l’industria di trasformazione.
Tale vincolo non era contenuto nel decreto Mipaaf del 3 aprile 2020, che ha istituito l’intervento, per tale ragione le associazioni degli essiccatori, delle cooperative e la stessa Confagricoltura, erano intervenute per derimere la questione.
Il chiarimento da parte Ministero delle politiche agricole è arrivato in questi giorni con alcune risposte (FAQ) a specifici quesiti.
Alla domanda se può essere sottoscritto un contratto di filiera tra impresa agricola e impresa di essiccazione, stoccaggio e commercializzazione il Mipaaf così risponde: «Si conferma che è corretta l’interpretazione che prevede la possibilità di sottoscrizione di un contratto di filiera triennale tra impresa agricola e impresa di commercializzazione e quindi anche impresa di essiccazione, stoccaggio e commercializzazione. Ai fini della presentazione della domanda di aiuto, infatti, il decreto ministeriale 3 aprile 2020 va interpretato nel senso più ampio del concetto di commercializzazione e pertanto rileva il passaggio effettivo di proprietà del mais, della soia o dei legumi a fronte di un contratto pluriennale di fornitura di almeno 3 anni». Ciò vale anche per l’attività svolta dal Consorzio agrario e dalle cooperative di raccolta, stoccaggio e commercializzazione.
Ricordiamo che il contratto di filiera deve essere sottoscritto entro il 16 ottobre p.v., scadenza per la presentazione delle domande di intervento.