Fondo per la sovranità alimentare. Pubblicato il decreto che stanzia fondi per le filiere dei cereali, delle proteine vegetali e della carne bovina
Lo scorso 21 settembre è stato pubblicato nella gazzetta ufficiale n.221 il Decreto ministeriale del 9 agosto 2023 recante i criteri e le modalità di attuazione del Fondo per la sovranità alimentare che concede un aiuto a sostegno delle seguenti filiere: mais; proteine vegetali (legumi e soia); frumento tenero; orzo; carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello»; carni bovine SQNZ (Sistema di qualità nazionale Zootecnia).
Le somme destinate al fondo sono pari a 25 milioni di euro per ciascuna annualità 2023, 2024, 2025 e 2026 e sono così di seguito ripartite: filiera del mais: 8 milioni di euro; filiera delle proteine vegetali (legumi e soia): 5 milioni di euro; filiera del frumento tenero: 4 milioni di euro; filiera dell’orzo: 3 milioni di euro; filiera carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine SQNZ: 5 milioni di euro.
Ai soggetti beneficiari che hanno sottoscritto entro il termine della scadenza della domanda di contributo, direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute di cui sono soci, contratti di filiera di durata almeno triennale, è concesso il seguente massimale di aiuto: mais: 400 euro/ettaro; proteine vegetali (legumi e soia): 250 euro/ettaro; frumento tenero: 300 euro/ettaro; orzo: 200 euro/ettaro. Il limite massimo dell’aiuto concesso è di 50 ettari per ogni singolo beneficiario.
L’aiuto per gli allevatori che sottoscrivono un contratto di filiera è di: 100 euro per ogni capo per i bovini di razze da carne o a duplice attitudine allevati dalla nascita fino almeno all’età di 8 mesi nel rispetto della linea «vacca-vitello»; 40 euro per ogni capo per i bovini allevati dalla nascita fino almeno all’età di sei mesi secondo un disciplinare riconosciuto nell’ambito del Sistema di qualità nazionale zootecnia.
L’aiuto è concesso al soggetto beneficiario nel limite dell’importo massimo previsto per gli aiuti «de minimis».
L’aiuto verrà richiesto mediante apposita domanda da presentare all’AGEA, che avrà un periodo di trenta giorni per definire le modalità di presentazione. La domanda deve essere corredata dalla copia del contratto di filiera se è stato sottoscritto direttamente dal richiedente. Nel caso in cui il contratto di filiera sia stato stipulato da cooperative, consorzi o organizzazioni di produttori riconosciute, si deve allegare una copia dell’impegno o del contratto di coltivazione tra le parti coinvolte. Quanto sopra non viene allegato laddove l’atto sia stato predisposto in modalità informatizzata tramite il SIAN, firmata digitalmente.
Di particolare rilievo la previsione che limita gli aiuti ad ettaro per le coltivazioni ai soli impegni di coltivazione “incrementali” rispetto alla media delle superfici dichiarate in domanda unica negli ultimi tre anni. Una misura evidentemente finalizzata ad incentivare solo gli aumenti di superficie destinata alle coltivazioni ammissibili.
Permangono, infine, come per dispositivi analoghi utilizzati in passato, le modalità di erogazione in de minimis ed il tetto a 50 ettari, che Confagricoltura aveva chiesto di superare e che rischiano di limitare l’applicazione della misura.