Influenza Aviare: Alta la preoccupazione del settore per l’aumento dei focolai
Lo scorso 16 dicembre il Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviare (CRN-IA) ha confermato un focolaio di HPAI H5N1 in un allevamento di broiler della provincia di Verona, a San Martino Buon Albergo. Il servizio sanitario ha perciò definito la mappa e l’elenco degli allevamenti ubicati nel raggio di 3 chilometri (zona di protezione ZP) e nel raggio dei 10 Km (zona di sorveglianza ZS). Inoltre sono state stabilite le misure da attuare per contenere la diffusione dell’infezione, che la AULSS 9 ha iniziato a mettere in atto.
Il giorno successivo (17 dicembre) era stata accertata la positività a virus influenzale H5 in un allevamento di galline ovaiole sito nel comune di Piubega (MN). L’allevamento si trovava in zona di sorveglianza a causa di un altro focolaio rilevato il giorno prima.
Focolai di Influenza aviare, nei selvatici e negli allevamenti domestici, avevano cominciato ad essere rilevati dallo scorso mese di settembre. Il 26 settembre erano stati confermati casi di H5N1 in alzavole selvatiche nella provincia di Venezia a cui è seguito il 1° ottobre un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità sempre del sottotipo H5N1 in un allevamento di tacchini posto anch’esso nella provincia di Venezia. Altri focolai di Influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) del sottotipo H5N1 sono stati confermati di recente nelle Provincia di Ferrara, Brescia, Cremona ed ultimamente in quelle di Udine, Treviso e Mantova. Il Ministero della Salute, lo scorso 12 dicembre, aveva perciò adottato un provvedimento con ulteriori misure di controllo e sorveglianza per contenere la diffusione dell’influenza aviaria (vedi allegato). Il provvedimento è uscito alcuni giorni prima del focolaio rilevato in provincia di Verona, per cui tale area non risulta essere compresa nella ZUR (Zona di ulteriore restrizione).
E’ evidente che siamo in un contesto di alto rischio di diffusione della malattia e che è necessario inalzare il livello di guardia, sia da parte del servizio sanitario che da parte di ogni singolo allevatore. Le misure di biosicurezza vanno attuate con scrupolo da parte di tutti gli allevamenti e la collaborazione con i servizi veterinari deve essere al massimo livello.
Confagricoltura sta seguendo con grande attenzione -e anche con grande preoccupazione- l’evolversi della situazione epidemiologica mantenendosi costantemente in contatto con il Servizio sanitario, ma anche facendo presente alle istituzioni e alla politica che sono necessarie ulteriori iniziative di prevenzione, come l’introduzione del vaccino, e anche la costituzione di un apposito fondo, da alimentare con risorse nazionali ed europee, per fronteggiare le possibili perdite derivanti dal fermo degli allevamenti.