La Corte di Giustizia UE ferma la ricerca genetica

E’ di qualche giorno fa la sentenza della Corte di Giustizia della UE che, ribaltando il parere depositato a gennaio dall’avvocatura generale, ha stabilito come in linea di principio gli organismi ottenuti mediante nuove tecniche di mutagenesi siano Ogm e in quanto tali soggetti agli obblighi previsti dalla direttiva comunitaria in materia.

Secondo la decisione la direttiva europea sugli Ogm del 2001 deve essere quindi applicata anche agli organismi ottenuti mediante tecniche che si sono affermate successivamente alla sua adozione, come ad esempio il genome editing, che devono seguire quindi la procedura di autorizzazione e essere soggette ai controlli e alle norme di etichettatura prescritte dalla direttiva Ogm.

Immediata la reazione di Confagricoltura: “Si tratta di una tecnica innovativa in continua evoluzione dalla cui applicazione, utilizzata anche dai ricercatori italiani, possono derivare risultati positivi per la salvaguardia delle nostre produzioni. Queste nuove biotecnologie possono infatti contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari, a garantire una produzione alimentare sostenibile, a tutelare le nostre produzioni tipiche, oggi minacciate da malattie di difficile controllo, in continua evoluzione, e dai cambiamenti climatici”.

La sentenza emessa dall’UE richiede una riflessione politica attenta che auspichiamo porti ad un ripensamento complessivo della direttiva n. 2001/18 del Parlamento europeo e del Consiglio.