Lattebusche e Latteria di Soligo: 25 milioni di investimenti
Un progetto industriale del valore di 24,5 milioni di euro aiuterà il settore lattiero-caseario del Veneto a recuperare ulteriore efficienza e sostenibilità e a competere, sul fronte della qualità con i maggiori produttori internazionali di latte, gelati, formaggi e latticini: questo l’obiettivo dell’accordo di programma tra il Ministero per lo Sviluppo economico, la Regione Veneto e Invitalia che mette a disposizione 10,2 milioni di agevolazioni pubbliche per lo sviluppo dalla società cooperativa Lattebusche e della Latteria di Soligo. Si tratta di un progetto quadriennale che investe nella riqualificazione di quattro dei cinque stabilimenti di Lattebusche (Busche, Sandrigo, Carmignano e Chioggia) e nel potenziamento della centrale di Farra di Soligo della Latteria di Soligo, nonché nella sede logistica di san Donà di Piave.
Il piano di investimenti prevede, nel dettaglio che la cooperativa Lattebusche investa 15,5 milioni (di cui 6,2 coperti da agevolazioni) nella sede di Busche (Bl) realizzando un nuovo edificio direzionale, un magazzino per lo stoccaggio, spostando il depuratore all’esterno e installando nuovi impianti e macchinari; a Sandrigo (Vi) sono previsti l’ampliamento dello stabilimento, il potenziamento del sistema di affioramento del latte e delle saline, una nuova linea di doppifondi e serbatoi, una struttura adibita a carico e scarico, impianti e macchinari; a Carmignano (Pd) sono in programma l’ampliamento della sala lavorazione, un nuovo impianto di refrigerazione, nuovi macchinari per ottimizzare e automatizzare la produzione e riorganizzare il magazzino; a Chioggia (Ve) amplierà la produzione di gelati.
La Latteria di Soligo investe 7,4 milioni di euro (di cui 3 garantiti agli aiuti dell’accordo di programma) per realizzare una nuova piattaforma logistica nella sede di Farra di Soligo e per rinnovare la sede di confezionamento e deposito di San Donà di Piave.
Agli investimenti strutturali si aggiunge il progetto di ricerca e sviluppo a Farra di Soligo che, in collaborazione con l’Università di Padova, punta al riutilizzo di scarti di produzione per migliorare la qualità dei formaggi.