Nuovo regolamento europeo sul biologico: una norma che rischia di snaturare il settore
Sono state approvate dall’Europarlamento le nuove norme Ue sulla produzione e commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica. Contro le nuove norme sul bio, che saranno applicabili a partire dal 2021, si sono schierati gli eurodeputati italiani, sostenuti dalla Confagricoltura.
I motivi della contrarietà sono sostanzialmente due.
Il primo riguarda la possibilità data dal regolamento di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, ma su bancali in serra (richiesta dai Paesi del Nord Europa) facendo perdere così la naturale difesa della biodiversità, uno dei cardini stessi dell’agricoltura biologica. Altrettanto grave è che il regolamento consenta, senza alcun rispetto per il consumatore e il produttore, di vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi. Il regolamento prevede infatti che i prodotti biologici che accidentalmente vengono contaminati da agrofarmaci non autorizzati nel settore potranno continuare ad avere la certificazione. I Paesi che, come l’Italia, hanno un meccanismo di decertificazione automatico potranno mantenerlo, ma non impedire la commercializzazione nel proprio mercato di prodotti di altri Paesi europei, o di Paesi terzi, che si comportano diversamente.
Questa scelta mette fortemente in pericolo il settore e rischia di snaturare un comparto che basa il suo operare su principi quali il rispetto dei cicli naturali di coltivazione e allevamento, la tutela della biodiversità del suolo, la valorizzazione di specie antiche, il divieto dell’uso di antiparassitari di natura chimica, la coltivazione e l’allevamento di specie autoctone.
Altro punto toccato dal regolamento riguarda i controlli con la previsione di controlli annuali antifrode per tutti gli operatori della filiera del biologico (non solo agricoltori), con le ispezioni che diventano a cadenza biennale per chi risulta in regola per tre anni di fila. I produttori con aziende di piccole dimensioni potranno aggregarsi e ottenere una certificazione di gruppo, riducendo i costi, mentre le aziende agricole miste, che producono sia prodotti convenzionali che biologici, continueranno a essere autorizzate.
Uno dei pochi aspetti positivi del regolamento è la possibilità di conoscere l’origine delle materie prime e del prodotto attraverso l’etichetta, una norma che andrà sicuramente a favore dei consumatori.
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