Parmigiani (Confagricoltura) a ‘Petrolio’ di RAI3 “La comunicazione distorta sui maltrattamenti agli animali non è rappresentativa degli allevamenti intensivi italiani e fomenta l’odio”

Giovanna Parmigiani, allevatrice suinicola e componente della Giunta di Confagricoltura, ha portato la testimonianza di Confagricoltura sulle pratiche a sulla tutela del benessere degli animali negli allevamenti italiani nel programma di Duilio Giammaria su Rai Tre “Petrolio”.

La parte centrale della puntata si è focalizzata su “Food for profit”, il documentario della giornalista Giulia Innocenzi, presente in studio.

“La comunicazione distorta sugli allevamenti che maltrattano gli animali non è rappresentativa degli allevamenti intensivi italiani e fomenta un odio ingiustificato contro la generalità di operatori onesti che per attività d’impresa producono cibo rispettando in toto il loro principale asset costituito dal patrimonio zootecnico e dunque gli animali” ha affermato Parmigiani.

Gli allevamenti italiani sono tenuti a rispettare le stringenti norme sul benessere animale e sull’uso razionale dei farmaci. L’attuale normativa sul benessere è stata emanata a livello comunitario dopo un confronto tra le Ong, i servizi veterinari e le associazioni, inclusi i gruppi in rappresentanza delle forze ambientaliste e animaliste. È stato pubblicato da poco il rapporto sui controlli ufficiali veterinari che riguarda l’anno 2021. Le azioni giudiziarie rappresentano il 2,1% del totale controllato e cioè 269 su 12.845 controlli ufficiali effettuati dai veterinari.

“Siamo tutti colpiti di fronte alle aberranti immagini di situazioni che palesemente trasgrediscono anche le più elementari norme di benessere e salute degli animali, di gestione degli allevamenti. Tuttavia, queste riguardano “mele marce” e non l’intero settore, composto da imprese laboriose e conformi alla normativa, che contribuiscono allo sviluppo del nostro Sistema Paese. La denuncia di comportamenti non conformi non può essere una scusa per veicolare inesattezze” prosegue la portavoce di Confagricoltura. “La giusta denuncia delle atrocità viste non rappresenta gli allevamenti italiani, dove non vengono distribuiti antibiotici come profilassi preventiva, come affermato nel filmato, né tenute le scrofe in gabbia per tutta la vita. Il periodo di allattamento in gabbia è stato introdotto, infatti, per ridurre la morte per schiacciamento dei suinetti e sono ad ogni modo allo studio metodi migliorativi”.

Confagricoltura condanna i comportamenti non conformi alla normativa per la salvaguarda del benessere animale e difende il diritto delle imprese agricole di fare profitto, operando a tutela del reddito degli imprenditori. Il profitto, di per sé è un valore se raggiunto attraverso pratiche conformi. In ogni professione l’etica, aiutata dalle norme, deve essere la base di partenza.