PREZZI ENERGETICI: Nuove Tensioni a causa del conflitto in Medio-Oriente
Il conflitto in Medio-Oriente ha riacceso i riflettori sulla volatilità dei prezzi energetici, in una fase storica che resta critica per le imprese agricole. Una situazione che rischia di far aumentare sempre di più l’inflazione, andando sostanzialmente a creare una fortissima instabilità nei mercati, ripercuotendosi poi sui produttori di beni primari, rischiando di generare caos sugli approvvigionamenti alimentari. L’incidente del gasdotto tra Finlandia ed Estonia – su cui ancora si sta cercando di far chiarezza sulle cause – rischia di acuire la potenziale limitazione di GNL proveniente dall’Israele, riportando il gas all’epicentro delle tensioni sui mercati energetici. Recentemente la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto degli incontri bilaterali con i presidenti di due Paesi africani relativamente stabili e tradizionalmente vicini all’Italia: il Mozambico e il Congo Brazzaville. L’obiettivo è il consolidamento di rapporti “paritari” con due Paesi strategicamente funzionali al piano italiano di diversificazione delle fonti energetiche. Dal Mozambico, nel 2024-25, l’Italia riceverà 4,5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, mentre dal Congo se ne attendono fino a un miliardo in inverno e fino a 4,5 nel 2025-26.
In questo momento di piena transizione, solo un piccolo campione di aziende agricole riesce a scaricare questo aumento energetico, ciò spiega le difficoltà del settore agroalimentare ad una pianificazione prospettica delle rispettive attività produttive, con i prezzi alimentari in flessione secondo i più recenti dati riportati dall’indice FAO. La situazione è di massima allerta per il comparto primario, su cui un maggiore costo di produzione rischia di ripercuotersi sulle filiere, alcune più di altre, per poi scaricarsi sul carrello della spesa dei consumatori. Se la crisi geopolitica attuale dovesse perseverare, il Governo italiano dovrà riuscire a reperire le risorse economiche utile a sostenere le attività produttive agendo sul bilancio attuale, seppure le contestuali condizioni, con una manovra finanziaria dai margini ristretti prossima ad essere trasmessa alla Commissione europea e una revisione del bilancio europeo che non prende in considerazione degli stanziamenti aggiuntivi per l’agricoltura, non lascino ampi spazi d’intervento. Confagricoltura continuerà ad agire presso le sedi istituzionali italiane ed europee per riuscire ad ottenere le maggiori risorse possibili per supportare le nostre imprese in questo quadro complesso.