Riso, calo dei prezzi per Carnaroli e Arborio

Il riso straniero, proveniente da Paesi a «dazio zero» come il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, l’India e il Pakistan e venduto a prezzi stracciati nell’Unione Europea, sta mettendo in ginocchio i produttori veneti, che subiscono un brusco calo dei prezzi a causa della sovrapproduzione e non riescono più a essere competitivi.

riso

A soffrire, in particolare, sono i produttori delle nostre tipicità Carnaroli e Arborio, punta di diamante nelle due zone di produzione del Vicentino, che sono Grumolo delle Abbadesse e Lonigo. In provincia di Vicenza sono coltivati a riso 135 ettari, di cui 60 a Carnaroli e 31 a Vialone Nano. Di questi, 73 sono coltivati a Grumolo, dove prevale la coltivazione del Carnaroli (37,4 ettari) sul Vialone Nano (28,2).

«Stiamo soffrendo molto la concorrenza dei risicoltori stranieri», dice Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza, «nonostante Grumolo delle Abbadesse sia una zona di nicchia, una delle più rinomate produttrici di riso del Veneto, inserita anche nel presidio Slow food della Regione Veneto. Ma se si continua a importare riso a dazio zero, è naturale che anche il riso di alta qualità subisca una concorrenza sleale e azzeri la nostra competitività. Nel Vicentino lavoriamo con alti standard qualitativi, che vanno dall’obbligo di rotazione al basso impiego di diserbanti, ai macchinari all’avanguardia. Farci competere con Paesi che vendono prodotti sottocosto, senza regole, significa buttarci fuori dal mercato. Apprezziamo lo sforzo del ministro Maurizio Martina, che ha promesso di intervenire a Bruxelles per limitare le importazioni, ma nel frattempo bisogna varare misure nazionali finalizzate all’immediata redditività delle aziende e promuovere i prodotti nostrani».

Il prezzo del Vialone Nano è di 50 euro al quintale ed è stazionario rispetto all’aprile del 2016. A soffrire sono il Carnaroli e l’Arborio, battuti a 40 euro e in costante discesa rispetto all’anno scorso. «Il costo di produzione si aggira sui 45 euro», spiega Cichellero, «il che significa che molti risicoltori stanno lavorando in perdita. Si salva chi produce Vialone Nano, ma non durerà a lungo, perché molti abbandoneranno la coltivazione delle altre tipologie per buttarsi sul Vialone. E la sovrapproduzione causerà, di conseguenza, nuovi scompensi sul mercato».

In Veneto gli ettari coltivati a riso sono 3.615, di cui 1.160 a Vialone Nano, 542 a Vialone Nano e Igp, 1.062 a Carnaroli e 42 a Carnaroli igp Delta del Po.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *