Stop del Consiglio Superiore di Sanità alla vendita della canapa sativa
In un parere richiesto dal ministero della Salute in riferimento ai prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, il Consiglio Superiore di Sanità (Css) ha detto no alla vendita di canapa sativa raccomandando che non sia consentita la libera vendita per un principio di precauzione e di tutela di consumatori inconsapevoli. Dopo il parere del Css adesso la decisione di vietare la vendita spetta al Ministero.
Confagricoltura intanto chiede che venga riattivato il percorso di completamento normativo, regolamentando pienamente le diverse destinazioni d’uso dei prodotti della canapa, ed in particolare delle infiorescenze. Tutta la filiera della canapa vuole operare in modo trasparente e tracciabile, dal campo al prodotto confezionato, sulla base delle disposizioni fissate dalla legge 242/16 sulla canapa sativa. Il punto infatti non è se sia possibile o meno valorizzare l’infiorescenza (tra l’altro previsto dalla legge 242/16 e dalla circolare del ministero delle Politiche agricole del 22 maggio), quanto piuttosto disciplinare gli specifici utilizzi di determinate porzioni della pianta. Per tali ragioni, auspichiamo che, a breve, possa essere riavviato il confronto con i ministeri della Salute e delle Politiche agricole.
Insieme a Cia Agricoltori e Federcanapa, abbiamo definito un disciplinare di produzione della infiorescenza di canapa da destinare ai diversi usi consentiti dalla legge 242/16. Il disciplinare, che a breve verrà messo a disposizione delle aziende, è finalizzato a regolamentare la filiera di coltivazione ed a porre l’agricoltore in una posizione di massima rispondenza alle disposizioni della L. 242/16 in ordine alla tracciabilità dei materiali vegetali prodotti, alla loro qualità e salubrità e prestando forte attenzione agli aspetti agronomici e di sostenibilità ambientale. Il percorso volontario delineato nel disciplinare ha l’obiettivo di rafforzare la filiera agricola della canapa che, ha un alto valore ambientale, è funzionale alla lotta al consumo di suolo ed alla perdita di biodiversità e si coniuga completamente con i nuovi concetti di bioeconomia circolare.
Confagricoltura ricorda che c’è stato un potenziamento della filiera, avvenuto in pochi anni e che oggi coinvolge circa 5mila ha di coltivazione in pieno campo e in serra, e più di mille nuove aziende che vi operano, considerando anche le imprese della trasformazione e commercializzazione dei prodotti di canapa.
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