Temperature sotto zero, danni rilevanti alle colture
Temperature sottozero e gravi danni per le colture in tutto il Veneto, soprattutto ai vigneti. Quello che si temeva è accaduto. La coda invernale, dopo le temperature primaverili dei giorni scorsi, è arrivata, facendo scendere la temperatura tra 0 e -1 gradi, provocando la formazione della brina.
Le gelate, secondo le segnalazioni arrivate a Confagricoltura, hanno colpito in particolare i vigneti di Glera, Sauvignon, Chardonnay e Pinot grigio, con danni che sono stimati tra il 60 e l’80 per cento, ma con qualche punta del 100 per cento nel territorio vicentino, e dal 30 al 50% nel trevigiano. Danni gravi anche al mais e alle orticole, che con il caldo anticipato erano in ampio anticipo di sviluppo rispetto al ruolino di marcia stagionale.
«In decenni di lavoro agricolo non ho mai visto una gelata così dannosa», si dispera Angelo De Pieri, ex presidente di Confagricoltura Vicenza e oggi consigliere, viticoltore e produttore di seminativi a Madonna di Lonigo. «Non ho ricordi di un danneggiamento così vasto e così tardivo, visto che tra dieci giorni saremo in maggio. Sono andati a morire tutti i primi germogli con il frutto, che erano spuntati da pochi giorni grazie alle temperature miti. Danneggiate anche le barbatelle, appena piantate. Ora aspettiamo il secondo germoglio, che però ha una produzione del 70 per cento inferiore rispetto al primo. Quest’anno avremo poco vino e poca produzione. Un disastro, che ci porta alla mente quello che è successo l’anno scorso nella zona di Champagne, in Francia, dove ci sono state perdite fino all’80 per cento dell’uva».
Gravi danni anche al mais, con le foglie colpite dal gelo, mentre il frumento ha retto meglio. La brina ha colpito anche gli ortaggi in pieno campo non protetti da serre, dall’insalata ai fagiolini, e anche i tuberi come le patate.
Stefania Kofler, presidente del settore frutticoltura di Confagricoltura Treviso, teme per i kiwi e la frutta estiva: «I danni ancora non sono visibili, ma nei kiwi erano spuntati i germogli e il timore è che il gelo li abbia seccati. Vedremo nei prossimi giorni se ci sono state conseguenze per le piante da frutto. Albicocche, prugne e pesche avevano già i frutti formati, grazie al caldo precoce. In fase di fioritura si poteva usare l’antibrina, adesso non si può fare e, quindi, è difficile difendersi. Chi ha le reti antigrandine può contare un po’ su una sorta di effetto serra, ma molti agricoltori ne sono privi».
«Le nostre aziende si trovano ormai ad affrontare emergenze continue», allarga le braccia Michele Negretto, presidente di Confagricoltura Vicenza. «Da mesi siamo nella morsa della siccità, che sta mettendo in grave sofferenza seminativi e orticole, costringendoci a ricorrere da oggi all’irrigazione anticipata, con conseguenze pesanti su bilanci già provati dalla crisi di questi anni. Il gelo è la mazzata finale, che rischia di mandare all’aria la stagione a centinaia di aziende agricole. Il guaio è che molti agricoltori si erano assicurati per la grandine, ma non per il gelo, ritenendo l’inverno ormai finito e altri stanno ancora attendendo dallo Stato i contributi del 2015. Un momento davvero difficile».
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