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Valutazione rischio aflatossine nel mais 2017

La prolungata siccità unita alle temperature elevate, ha messo in forte crisi la coltura del mais. Le piante nelle aree non irrigue sono in buona parte disseccate e anche dove sia stato possibile irrigare vi sono evidenti sintomi di stress. Gli ultimi anni hanno chiaramente dimostrato che il clima è determinante nello sviluppo dei funghi e delle micotossine.

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Dal monitoraggio in collaborazione con l’Università di Padova, è emersa una rilevante presenza in campo dell’Aspergillo (fungo produttore delle aflatossine), principalmente in corrispondenza delle rosure da fitofagi (piralide, diabrotica, ecc) o da volatili.
Negli areali maggiormente a rischio, il fungo è stato individuato su mais precoci e tardivi, in asciutta ed irrigui, con o senza trattamento piralide. Quindi la pressione del patogeno è rilevante.
Ad oggi non è possibile fare delle previsioni, se le condizioni climatiche favoriranno l’aspergillo il pericolo di una contaminazione da aflatossine diventerà elevato, mentre un abbassamento delle temperature stimolerebbe lo sviluppo di funghi appartenenti al genere fusarium che andrebbero a contrastare l’aspergillo riducendo il rischio di presenza delle aflatossine.

Vi invitiamo a monitorare con attenzione le condizioni climatiche e vi ricordiamo che l’unico strumento di valutazione è il monitoraggio in campo per verificare la presenza del fungo e lo scambio di informazioni tra Colleghi.

A fronte di questo rischio, si ricordano le misure da mettere in atto per contenere il più possibile la contaminazione:

      Raccogliere appena possibile, senza attendere che l’umidità della granella si abbassi eccessivamente; ogni giorno in più trascorso in campo in queste condizioni climatiche può aumentare il contenuto di aflatossine;

      Regolare della mietitrebbia in modo da lasciare in campo le parti più fini che sono quelle più contaminate da micotossine;

      Trebbiare facendo estrema attenzione a causare il minor danno meccanico possibile alla granella (attenzione alle regolazioni, alla velocità…..); ogni nuova lesione è una nuova via d’infezione per l’Aspergillo;

      Ridurre il più possibile i tempi che intercorrono tra raccolta ed essiccazione (max 24 ore), coordinando quindi la raccolta con la capacità di ricevimento delle strutture di stoccaggio;

      PULIRE ENERGICAMENTE LA GRANELLA, accettando percentuali di scarto superiori a quelle normalmente tollerate;

– Controllare con test rapidi il rischio di contaminazione da aflatossine e, ove possibile, separare le partite peggiori.

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