Veterinari Aziendali: Va affrontata la carenza di professionisti a fronte di norme che richiedono una maggiore presenza nelle aziende

Lo scorso 25 febbraio 2025 Confagricoltura ha promosso un incontro con i rappresentanti dei veterinari (FNOVI, ANMVI, SIVEMP, SIMEVEP e SIVARSIB) e importanti associazioni del mondo produttivo (API, FAI, CIA, Copagri, Alleanza delle Cooperative Italiane, Legacoop, UNAITALIA, UNICEB e Assalzoo), con l’obiettivo di affrontare la critica carenza di Veterinari Aziendali e definire il loro ruolo, in un contesto normativo in continua evoluzione.

Con poco più di 1.200 veterinari disponibili per coprire le esigenze di circa 350.000 allevamenti italiani, la situazione evidenzia una discrepanza strutturale che richiede interventi mirati. Il Decreto Ministeriale del 7 dicembre 2017 aveva già sancito l’istituzione del Veterinario Aziendale, figura fondamentale per garantire il controllo sanitario e la conformità alle nuove normative, come il Regolamento UE n. 429 del 2016 e il successivo D. Lgs. n. 136 del 5 agosto2022. Quest’ultimo impone agli operatori di raccogliere e tracciare in modo rigoroso le informazioni relative alla salute animale e agli esiti delle analisi di laboratorio, una pratica che si integra con il sistema di certificazione Classyfarm e il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale.

Il tavolo di confronto ha messo in luce come il coordinamento tra enti pubblici, associazioni di categoria e operatori privati sia indispensabile per colmare il divario esistente. Le parti coinvolte hanno concordato sull’urgenza di definire in modo chiaro compiti, requisiti e responsabilità del Veterinario Aziendale, affinché il decreto del Ministero della Salute possa rispondere alle reali esigenze degli operatori e garantire una copertura omogenea su tutto il territorio nazionale. In un’epoca in cui la normativa impone standard sempre più stringenti, il settore zootecnico italiano si trova a dover rivedere le proprie strategie di gestione sanitaria e di formazione. Oltre alla necessità di aumentare il numero di professionisti nel settore, è emersa una problematica importante: la tendenza dei nuovi laureati a specializzarsi maggiormente sugli animali da compagnia, a discapito di quelli da reddito. Questa scelta, se da un lato risponde a dinamiche di mercato e alle esigenze di una società in evoluzione, dall’altro acuisce la criticità di un settore che necessita di figure tecniche altamente specializzate per garantire il benessere e la sicurezza degli allevamenti .