Vino: confronto al MASAF per la gestione della crisi di mercato

Lo scorso 18 maggio si è tenuta una riunione indetta dal MASAF con le Organizzazioni agricole e le Regioni per analizzare la situazione di crisi di mercato ed individuare gli strumenti più idonei per ridurre le eccedenze presenti in alcuni areali per talune tipologie di vino. Il MASAF ha riferito che non sono disponibili dal Piano Nazionale di Sostegno per il settore vitivinicolo risorse sufficienti per finanziare una misura di distillazione di crisi pertanto sarà necessario eventualmente l’attivazione di risorse nazionali o regionali. Inoltre, stante la normativa comunitaria in vigore, la misura di distillazione finanziata con fondi nazionali o regionali non potrà ad ogni modo essere finanziata per un ammontare superiore al 15% delle risorse del OCM vino per l’Italia ovvero per non più di 48milioni di euro. Tale ammontare consentirebbe di finanziare circa 2 milioni di ettolitri di vino comune a 20 centesimi o 600 mila hl circa di vino DOP IGP a 70 cent. Il MASAF ha chiesto di orientare la discussione su ipotesi di misure strutturali che nel medio periodo influenzino i volumi produttivi.

Confagricoltura ha riferito di prendere atto e sostenere la richiesta di attivazione della misura di distillazione per i territori dove le giacenze non sono sostenibili, ma ha evidenziato la contrarietà che tale misura preveda l’utilizzo di fondi destinati alle misure dell’OCM come le misure di promozione, investimenti o ristrutturazione e riconversione vigneti. Ha espresso una valutazione favorevole alla limitazione del meccanismo di assegnazione di autorizzazioni per nuovi impianti vitati nei territori dove si registra maggiore sofferenza di mercato e soprattutto all’eliminazione della deroga alle rese dei vini comuni in modo che non si possa produrre più di 300 q/ha. Ha appoggiato un più ampio utilizzo delle possibilità di gestione delle produzioni dei vini DOP/IGP contemplate dall’art. 39 della Legge 238/2016(Testo unico del vino) e, infine, ha richiesto una maggiore attenzione in fase di controllo soprattutto nelle aree di maggiore produzione di uva da tavola. Ha infine accennato all’importanza delle misure di flessibilità nella gestione dei programmi dell’OCM vino.

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