La cimice asiatica devasta frutta e ortaggi

Sta facendo gravi danni anche nel territorio berico la cimice asiatica, comparsa l’estate scorsa nelle campagne venete, che si sta moltiplicando in maniera esponenziale e quest’anno sta attaccando tutti i frutteti, compiendo veri e propri disastri. Dal Basso all’Alto Vicentino, passando per il territorio di Bassano del Grappa, la Halyomorpha halys, questo il nome scientifico dell’insetto arrivato dall’Asia, sta devastando pesche, pere, mele e ortaggi, con perdite mediamente del 50% del raccolto, che in certi casi toccano però punte molto più alte.

Terenzio Sartori, del settore frutticoltori di Confagricoltura Vicenza, ha perso il 100% del raccolto nei suoi 2 ettari di frutteto biologico a Quinto Vicentino: “Attualmente si dovrebbero raccogliere le pesche – racconta sconsolato -, ma ogni mattina trovo i frutti devastati e non mi resta che buttarli nella concimaia. Le cimici succhiano il tessuto dei frutti in formazione, causando un effetto sughero con deformazione e marcescenza. Se non le raccolgo fanno marcire anche i rami e la pianta rischia di morire. La stessa cosa è accaduta con le ciliegie, rese immangiabili e invendibili. Adesso le cimici stanno iniziando ad attaccare anche le mele Gala estive e le Fuij. Speriamo di riuscire a salvare almeno questo raccolto, perché altrimenti sarà un’annata davvero da dimenticare”.

Sartori non si è accorto, subito, che i frutti marcivano a causa della cimice asiatica: “Vedevo le ciliegie marcire e non capivo quale fosse il danno. Poi ho cominciato a vedere le cimici camminare sui frutti e ho capito. È impressionante come si siano moltiplicati gli insetti dallo scorso anno, quando erano comparse in maniera molto marginale e facendo pochissimi danni. Quest’anno stiamo sentendo molti agricoltori in tutta la provincia con problemi sia sulle pere e i kiwi, che con il mais e la soia e gli ortaggi: colpiti pomodori, peperoni e anche i fagiolini. Siamo molto preoccupati per il futuro. Per l’anno prossimo pensiamo di ingrandire le reti antigrandine chiudendole fino al terreno, per limitare l’ingresso degli insetti. Oltre all’investimento notevole che dovremo affrontare, c’è però un grande punto interrogativo sull’efficacia. Il nemico è nuovo e non sappiamo ancora come difenderci”.

Andrea Cavazza, vicepresidente e vitivinicoltore di Confagricoltura Vicenza, conferma che le cimici hanno iniziato a propagarsi anche nei vigneti: “Mi hanno chiamato alcuni viticoltori informandomi che nella zona di Brendola hanno trovato le cimici su alcuni grappoli d’uva. Per ora, comunque, il fenomeno è molto limitato, però vedremo nelle prossime settimane, con il caldo torrido, se le cimici andranno all’attacco, soprattutto sulle uve precoci come il Pinot grigio e il Chardonnay. Speriamo che non facciano danni, perché la vendemmia si prospetta molto buona nonostante la siccità: grazie all’irrigazione mirata contiamo di portare a casa un buon prodotto, soprattutto con i vini rossi”.

Originaria dell’estremo Oriente, la cimice asiatica è arrivata negli Stati Uniti nel 2010, causando danni alle produzioni agricole per 37 milioni di dollari. In Italia è giunta successivamente, seguendo le vie commerciali, intrufolandosi in scatoloni, cassette e bancali. Nel 2016 la cimice asiatica, che si riproduce quattro volte tanto quella nostrana, ha procurato un danno stimato dal 20 al 40 per cento della produzione al comparto delle pere emiliano. La Halys non ha antagonisti naturali: sverna nelle case e negli anfratti riparati, quindi da marzo a fine estate continua a fare uova e si riproduce in maniera massiccia. Una cimice può fare fino a 200 uova e si sposta velocemente, in sciame, percorrendo anche cinque chilometri al giorno.

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